Per un’appassionata di musei fin dalla tenera infanzia, il fatto di partecipare ad un convegno interamente dedicato all’argomento era già un’idea affascinante a priori. Ritrovarsi poi lì, in una sala gremita di esperti, curatori, direttori e appassionati, è stato il culmine di un’attesa e di una curiosità enormi.
Innanzitutto la scelta della location: Viterbo e Rocca Albornoz. Viterbo è stata per me una piacevolissima scoperta: un centro storico che è uno scrigno medievale di bellissime viuzze e di intensa vita culturale.
Rocca Albornoz, poi, è stata la sede perfetta per un evento di questo tipo: il cinquecentesco cortile bramantesco ha accolto noi visitatori come in un abbraccio di condivisione; condivisione di temi, di argomenti, apparentemente così lontani dal mondo reale, ma così vicini a tutto ciò che riguarda la nostra storia, la nostra cultura, tutto ciò che ognuno di noi dovrebbe portare con sé nel proprio bagaglio di conoscenze.
Questo convegno, giunto alla sua quinta edizione, ha raccolto le testimonianze e le esperienze di persone che, a vario titolo, si occupano di gestione museale, di comunicazione culturale per quello che riguarda i piccoli musei.
Chi, come me (@MarilenaPorfido), ha partecipato al convegno da semplice uditore, ha potuto prendere parte ad un incontro in cui la prima sensazione tangibile è stata quella di comunione di tematiche: i piccoli musei in Italia (ma, come è venuto fuori, anche all’estero) affrontano quotidianamente problemi legati alla carenza di risorse e alla scarsa visibilità. Il convegno ha avuto proprio l’obiettivo di condividere esperienze virtuose, buone pratiche che, da Nord a Sud, possano essere d’esempio per tutte le piccole realtà museali.
Già dalla prima sessione del convegno, quella di venerdì pomeriggio, sono stati fatti degli esempi pratici di come, tramite l’utilizzo consapevole del web e dell’Internet marketing in particolare, un piccolo museo possa provare a sostentarsi, a finanziarsi o a finanziare specifiche iniziative: si tratta del “Crowdfunding Culturale”, di cui ha esaurientemente parlato il prof. Francesco D’Amato (@FrancescoDAmato) col suo intervento “Micromecenatismo 2.0”. Il crowdfunding presenta delle dinamiche di attuazione piuttosto complesse ma il relatore, citando alcuni esempi virtuosi, ha dimostrato che questo può essere un canale davvero utile, in un periodo in cui fondi pubblici e/o investimenti privati scarseggiano decisamente.
Sempre sulla scia del rapporto “Musei e web”, la prof.ssa Valeria Minucciani (@Val_Minucciani), del Politecnico di Torino, affronta il delicato tema dell’incontro tra musei e nuove tecnologie. La tecnologia ormai fa parte della vita del museo, lo rende interattivo e molto più partecipativo per i visitatori: è necessario però fare attenzione a non far sì che l’utilizzo della tecnologia altro non sia che un modo per nascondere una certa penuria nelle collezioni. Tuttavia è la strada maestra che la museologia contemporanea deve assolutamente seguire.
Ma, parlando di musei e web, è necessario approfondire quale sia oggi il rapporto tra queste due parti: Francesca De Gottardo (@ThePorden), ideatrice del movimento #SvegliaMuseo (@SvegliaMuseo), ci illustra come il rapporto tra musei e web, in Italia, sia in buona parte ancora da costruire. Pochi musei, infatti, sono presenti attivamente sul web e #SvegliaMuseo si pone proprio l’obiettivo di illustrare quali siano, oggi, le lacune del “lavoro” sul web e offrire nuovi strumenti e nuove strategie comunicative. Alcune belle iniziative messe in campo di recente sono state quelle che hanno previsto l’utilizzo di Twitter: #InvasioniDigitali, #MuseumWeek, #SmallMuseumTour hanno fatto sì che curatori e visitatori potessero incontrarsi in rete e comunicare direttamente.
Iniziativa simile e molto interessante, partita con il bicentenario della nascita del Maestro Giuseppe Verdi, è #VerdiMuseum (@VerdiMuseum), organizzata dal folto gruppo di blogger di SQcuola di Blog (@SQcuolaDiBlog), con epicentro a Parma, in collaborazione con varie realtà tra cui lo stesso Comune di Parma.
Un appassionatissimo Jacopo Tabolli ci ha raccontato quello che può essere considerato l’apice dell’incontro tra museo e web: un museo esclusivamente virtuale. Si tratta del MAVNA, il Museo Archeologico Virtuale di Narce, nato con l’intento di riunire -in un’unica realtà- tutto quanto di Narce e Mazzano è attualmente sparso in numerosi musei italiani ed europei.
Ho dovuto purtroppo rilevare la totale assenza di esperienze provenienti dall’Italia Meridionale, che pure può annoverare delle belle realtà; a proposito di museo esclusivamente virtuale, mi viene in mente sicuramente il MUV, il Museo Virtuale della Memoria Collettiva di Matera, che raccoglie centinaia di foto e video d’epoca della Città dei Sassi. Si tratta di un’esperienza interessante, secondo me, perché trattasi anche di museo partecipato. E nell’ottica di museo 3.0 questo non è un dettaglio trascurabile.
Oppure come non ricordare il Castello di Lagopesole – PZ (@MondoFederico) che, attraverso il suo Museo Narrante e lo Spettacolo Multivisione, permette ai visitatori di entrare attivamente ne “Il Mondo di Federico II”. Ma magari i curatori potrebbero partecipare alla prossima edizione del convegno APM e parlarcene…
La seconda giornata del convegno si è aperta, invece, con alcune testimonianze internazionali: il Museu de Ouro di Sabarà, in Brasile e il Museo Regionale di Ptuj-Ormoz, in Slovenia. Quest’ultimo, in particolare, sembra veramente affine ai piccoli musei italiani, soprattutto per le problematiche quotidiane di gestione: la penuria di fondi, la scarsa visibilità, ecc.
Molto interessante è stata poi la carrellata storica di documentari e servizi televisivi, in generale di contenuti visivi, operata da Caterina Pisu (@PiccoliMusei) con Maurizio Pellegrini: non molti lo sanno, ma esistono filmati suggestivi, conservati negli archivi storici dell’Istituto Luce, relativi a inaugurazioni di mostre e musei; ci sono cinegiornali risalenti addirittura agli anni ’50; con l’avvento della televisione, poi, eventi culturali sono entrati nelle case di tutti gli italiani. L’attenzione sull’argomento, in ogni caso, è sempre stata alta, pur essendo mutate negli anni le modalità di divulgazione.
Mi hanno poi colpito le numerose testimonianze di buone prassi di numerosi piccoli musei italiani: di alcuni di loro ignoravo l’esistenza e devo dire che rappresentano piccole meraviglie da non perdere. Parlo, per esempio, del Museo della Bora di Trieste (@MuseoBora): in pochi minuti, il direttore Rino Lombardi (@RinoLombardi)è riuscito a rendere perfettamente l’idea che questo museo vuole rappresentare. Il legame tra Trieste e la Bora è qualcosa di inspiegabile per chi non ha mai vissuto in questa città e attraverso il museo riusciamo a comprendere qualcosa di questo rapporto inscindibile.
Affascinantissimo, poi, il mondo delle lanterne rivelatoci da Laura Minici Zotti, ideatrice e direttrice del Museo del Precinema di Padova (@MuseoPRECINEMA), una collezione unica in Italia ma anche all’estero: da un’esperienza totalmente personale della direttrice nasce l’idea di un museo che esplora, a ritroso dall’epoca dei fratelli Lumière, il mondo degli spettacoli ottici e delle cosiddette “lanterne magiche”.
Altra interessante testimonianza è stata quella di Ilenia Atzori (@PiccoliMusei2) e i musei sardi più virtuosi nella rete. A proposito di Sardegna, mi ha colpito il Museo delle Maschere di Mamoiada – NU (@MuseoMaschere) col racconto del suo direttore Mario Paffi (@mariopaffi). Più che la collezione in sé, è stato interessante capire come l’avvento di questo museo, a Mamoiada, abbia spostato l’attenzione nazionale dai tristi eventi di cronaca nera a quelli relativi alla cultura e alla storia della cittadina.
Devo dire che, a consuntivo, l’Associazione Nazionale Piccoli Musei, grazie anche e soprattutto al suo Presidente Giancarlo Dall’Ara (@GDallAra) merita davvero un plauso: soprattutto per l’idea di mettere in rete tutte queste piccole realtà, affinchè la rete stessa sia da spinta per altre piccole istituzioni. Immagino che, andando in questa direzione, una rete ricca e varia possa creare una base importante per lo sviluppo della cultura del museo in Italia. Cultura che, ahimè, soffre molto attualmente.
Ci riaggiorniamo il prossimo anno, con un nuovo punto della situazione! Nel frattempo, per chi volesse, vi condivido alcune delle slide dell’evento.
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